6 luglio 2012 - “Mi piace” il sarto di Picasso.

“Il sarto di Picasso” sta per essere tradotto in francese, ma nel frattempo la prima stesura del libro è stata letta da alcuni “autorevoli” amici. Persone che mi sono vicine nella vita e nel lavoro, alle quali chiedo sempre un’opinione personale sulle cose che scrivo prima che vengano pubblicate. Tra tutti i commenti ne segnalo tre, particolarmente positivi.

Il primo è di Guido Leotta, scrittore, editore e musicista. Mi ha mandato una mail che era già una recensione.
Di seguito le sue parole:
Che la realtà superasse di gran lunga la fantasia è una faccenda banale già nota a tutti. Ma “questa” realtà che Luca Masia ci racconta, con stile, ha un ritmo così incalzante fin dalle prime pagine che potrebbe costituire la sceneggiatura per un film d’azione… Col pregio che la (documentatissima) azione, in queste pagine, si muove con eleganza e tatto, con alcune pennellate d’ironia (che non guasta). E con tanta partecipazione emotiva, che si comunica immediatamente al lettore, trascinandolo nel mondo dell’arte più sublime e in un’epoca magica, così ricca di creatività da lasciare senza fiato. Come in un film in 3D noi ce ne stiamo lì, comodamente seduti nella bottega di Sapone, nel salotto di Picasso (& Co.), a godere di ogni sfumatura di colore e – persino – del profumo della pastasciutta che sigilla i momenti più gioiosi o toccanti.

Il secondo commento è di Davide Rampello, regista e direttore artistico, presidente del Padiglione Zero di Expo 2015:
Complimenti Luca, hai fatto di un memoir un vero romanzo; un racconto avvincente dove con grande sensibilità hai saputo fondere la ricerca documentaria con la capacità di immedesimarti nei personaggi (e che personaggi, da Picasso a Giacometti, da Hartung a Severini…) e nell’epoca storica (e che epoca: la volontà della ricostruzione, i sogni degli anni cinquanta, il boom dei sessanta…).Hai saputo ascoltare e metterti sulla lunghezza d’onda della memoria, permettendo al lettore di “entrare” nella vicenda e dialogare con i suoi protagonisti. Leggendo (d’un fiato) il tuo libro, sembra di ascoltarne le voci, coglierne i pensieri, anche quelli più nascosti! Un risultato eccellente, davvero.

Il terzo è invece di un mio caro amico, compagno di tante corse su e giù per i bricchi di Genova. Si chiama Mauro Semonella e non è né un direttore artistico né un editore, ma un intelligente imprenditore (la sua ditta si chiama Tigullio Design) oltre che un appassionato podista. Mi ha detto una cosa molto bella, e me l’ha detta mentre correvamo nei boschi del Peralto:
– Luca, ho iniziato il tuo libro al mattino e prima di pranzo ero già a pagina 120. Ho dovuto interrompere, ma non vedevo l’ora di tornare a leggere. L’ho finito la notte, e l’indomani sono andato alla Feltrinelli a sfogliare dei volumi d’arte di Picasso e Giacometti. Il tuo libro mi aveva fatto nascere un interesse che non sapevo di avere.

Grazie a tutti e tre. E grazie soprattutto a chi tra i primi lettori ha invece espresso dei giudizi negativi. Nel lavoro di editing ho tenuto conto soprattutto del loro parere.

Foto David Duncan – La Californie, Cannes 1957: Picasso mentre disegna una caricatura di Michele Sapone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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