12 luglio 2012 - Picasso in copertina.

La copertina di un libro è uno degli elementi fondamentali del suo successo. Dopo aver trascorso oltre vent’anni a lavorare in pubblicità, dovrei saperlo bene. Eppure, negli ultimi tempi, tendevo a non occuparmi delle copertine dei miei libri, lasciando l’editore libero di agire per il meglio. Come se, in qualche misura, volessi dimenticare le mie origini di art director e rifugiarmi nei successivi panni di copywriter e scrittore. Niente di più sbagliato. L’autore deve, a mio avviso, interessarsi anche alla grafica del suo libro, perché l’immagine di copertina, l’impaginazione del testo e la scelta delle fotografie sono elementi visivi che incidono in maniera spesso determinante sulla fruizione del testo.

Ogni libro è un viaggio, per chi lo scrive e per chi lo legge. E l’immagine di copertina fa parte di quel viaggio, come l’incipit e la fine. Oggi ho una consapevolezza diversa del mio ruolo di scrittore e partecipo volentieri a tutto ciò che accompagna la scrittura. E allora, quale copertina scegliere per “Il sarto di Picasso”, in uscita in Italia e in Francia il prossimo autunno?

Non abbiamo ancora deciso, però c’è un’immagine che amo molto e che sintetizza l’amicizia tra Pablo Picasso e il suo sarto Michele Sapone. In un precedente post avevo pubblicato la fotografia di David Duncan (scattata il primo aprile 1957, alla Californie di Cannes), dove si vedeva l’artista realizzare una caricatura del sarto.

In pochi tratti di pastello a cera, Picasso aveva saputo racchiudere tutta la personalità del “bandito Sapone”, tutta la sua spumeggiante vitalità. Vengono alla mente le parole di Alberto Giacometti, quando nel 1959, dipingendo il ritratto di Aika (la figlia di Sapone) si lamentava di non riuscire “a cogliere la somiglianza” e diceva alla ragazza, immobile di fronte a lui:
– Picasso sì che avrebbe fatto un bel ritratto!

1 aprile 1957, La Californie – Cannes. “Ritratto del bandito Sapone”, Picasso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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