3 luglio 2012 - La bellezza dell’editing.

In un precedente post avevo annunciato di aver terminato la prima stesura del mio ultimo libro intitolato “Il sarto di Picasso”. Da un paio di giorni ho iniziato la fase di editing, che durerà circa un paio di settimane. In questo periodo leggerò “il sarto” almeno tre, forse quattro volte. E’ un lavoro che mi piace molto, perché mi obbliga a concentrarmi sulla forma definitiva da dare al testo. I contenuti sono ormai a posto; ciò che conta adesso è solo la forma, capace di esaltare o deprimere il racconto. Dopo tanti colpi di accetta è il momento di lavorare di lima, affinché le frasi scorrano lievi e si leghino le une alle altre dando vita a una narrazione fluida e omogenea.

Come dicevo, dedico sempre molta attenzione al lavoro di editing, scrivendo e riscrivendo interi periodi. Quante volte? Dipende. A un certo punto mi fermo, quando mi tornano in mente le parole di Raymond Carver che diceva che un testo è veramente a posto solo quando ti accorgi di mettere ciò che hai appena tolto e togliere ciò che hai appena messo.

La raffinata bellezza del lavoro di editing è che ti permette di abbracciare il tuo testo e dargli finalmente le giuste misure. Un po’ come faceva Michele Sapone (il sarto di…) con Picasso in questa bella foto di André Villers (La Californie, Cannes, 1956).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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