381 FESTINO DI SANTA ROSALIA
Palermo, 14 luglio 2005

testo di Luca Masia
interpretato da Remo Girone, Jean Sorel, Roberto Herlitzka, Marco Foschi
coreografia di Daniel Ezralow
scenografia di Luigi Marchione
costumi di Franco Folinea
musiche di Mario Saroglia
luci di Aldo Solbiati
regia di Davide Rampello

Festino di Santa Rosalia 2005 (download pdf testo completo)

Quest’anno abbiamo avuto l’opportunità di riproporre il “nostro” Festino, quello del 2004, migliorandolo e rendendolo sempre più simile a quella macchina scenica perfetta che abbiamo in mente.
Per quanto riguarda la drammaturgia, ero convinto della necessità di dare una personalità più precisa alla figura del Narratore e di conferire un maggiore dinamismo al secondo atto.
Dalle ricerche d’archivio è emersa la figura di don Marco Gezio, cappellano della Cattedrale, stretto collaboratore del Cardinale Doria e raffinato collezionista d’arte. I fatti di cronaca vogliono don Gezio membro influente della compagnia del Rosario in San Domenico che commissionò ad Anton Van Dyck il celebre quadro della “Madonna del Rosario”. Gli studiosi concordano poi sul fatto che, solo pochi anni prima, don Gezio avesse ordinato al pittore siracusano Mario Minniti una tela raffigurante lo stesso soggetto per la stessa chiesa. Uno scambio indotto dalla fama del Van Dyck, ma soprattutto dalla necessità di inserire nell’opera l’immagine di Santa Rosalia, divenuta nel frattempo patrona della città.
Una serie di elementi storici di grande fascino hanno dunque reso don Gezio il personaggio ideale per attribuire alla figura del Narratore quella personalità e quella distintività che cercavamo.
Nel secondo atto, presso la Cattedrale, don Gezio interagisce con il Cardinale Doria, conferendo a questa parte dello spettacolo un’intensità drammaturgica e una vivacità scenica che l’anno scorso mancavano del tutto. Abbiamo inoltre perfezionato il testo. Più che aggiungere abbiamo tolto e in parte modificato, impegnandoci a fondo in quel lavoro “di lima” che ogni scrittore chiede di poter svolgere e che non riesce mai ad eseguire con la necessaria, ossessiva maniacalità.
Una soddisfazione in più, che si aggiunge al piacere e all’onore di lavorare nuovamente alla realizzazione di uno spettacolo come il Festino, interpretato anche quest’anno da attori di rilievo internazionale e da un maestro della danza contemporanea come Daniel Ezralow, un artista capace di modellare i corpi dei ballerini, sperimentando con creatività e sensibilità le loro infinite possibilità espressive.

***

“Lo spettacolo che si svolge quest’anno a Palermo in occasione della celebrazioni della Santa è per buona parte scandito e sottolineato dalla musica, che gioca un ruolo importante nel ricreare suggestioni e colori a sostegno dell’intreccio del racconto.
Data l’epoca in cui esso è ambientato e dato anche il tema trattato, a rigore, la musica Sacra Barocca sarebbe stata la scelta più logica. Ma essa, forse, non avrebbe reso appieno il clima della Palermo dell’epoca, centro “esatto” del Mediterraneo, crocevia di culture eterogenee, con spunti che, a corte, traevano ispirazione dall’Europa colta, ma che nei vicoli, sui moli, tra la gente, immaginiamo fossero permeati da influenze culturali del più svariato genere. Per questo abbiamo pensato a suoni provenienti dal Nordafrica, dal Medioriente, dalla Spagna, dall’Italia continentale, dalla Grecia; e poi litanie Ebraiche e nenie religiose e canti della tradizione Palermitana. Insomma, ad un insieme di profumi e colori eterogenei e variegati.
Inoltre, poiché si tratta di uno spettacolo che coinvolge la città intera, si è cercato di rendere una sonorità moderna ed attuale, avvalendoci anche di suoni della nostra epoca, miscelati a quelli di sapore antico e tradizionale, nell’intento di facilitare l’ascolto da parte del pubblico di oggi.
Ne è nata una colonna sonora costruita, per lunghi tratti, come una suite di canzoni, cantate dal vivo quasi sempre in siciliano, ognuna delle quali a sé stante, ma spesso legate in sequenza in modo da accompagnare Van Dyck, il Viceré, don Gezio ed il Cardinale nella tragedia di Palermo presa dal contagio, col suo cupo strascico di dolore e morte.
Dal palco dei Normanni, chiamiamo il pittore a svolgere la sua opera nell’ospitale città, con “Genti ‘ri Palermu”. Lo ritroviamo pellegrino in Europa e poi in Italia nel “Viaggio di Van Dyck”. L’abbiamo poi accolto in una città-porto festosa, ricca ed abbagliante con “Viniti! Taliati!”.
Eccolo finalmente immerso nei vicoli misteriosi ed affascinanti di “Sciuscià ‘nnu focu”. Poi, evocata dal Viceré, un “Ave Maria” di sapore orientale e spagnoleggiante nulla può contro la tragedia della peste, descritta da un tradizionale “Morsi cu morsi” riletto in chiave essenziale e moderna, canto di una tragedia che si compie, come pure è attualizzato il grido “Ciatu meu, figghiu meu”, tragico pianto di una madre, di tutte le madri di fronte al cadavere del figlio morto di peste. Poi, il dolce e corale inno di “Rosa Suavi”, riaccende infine una nota di speranza alla partenza del Carro, che, alla Cattedrale, accompagnato dal “Dubbio del Cardinale”, sospinto dall’intenso “Pater Noster”, diventa conclusione liberatoria e miracolosa nel “Gloria”, che conclude il racconto con l’apparizione della Santa e la fine della pestilenza, guarita dalle Reliquie di Rosalia.
Tutte le musiche sono state composte e realizzate appositamente per il Festino e saranno interpretate dal vivo da dodici bellissime voci palermitane e del resto d’Italia.”
Mario Saroglia

Dal 2003, da quando sono coinvolto nella realizzazione del Festino di Santa Rosalia nella duplice veste di direttore artistico e regista, ho inteso avviare un graduale processo di rinnovamento dello spettacolo, basandomi su una solida struttura drammaturgica e un’attenta riproposizione delle cronache d’archivio.
La messa in scena di una manifestazione di tali dimensioni e di così grande importanza richiede la massima cura per i dettagli, per le sfumature del testo e l’interpretazione di attori e cantanti,
per la regia delle luci e la costruzione delle scenografie.
Eppure, l’unico modo per dedicare davvero attenzione al Festino è metterlo in scena: provare e riprovare, imparare dagli errori e correggere le imperfezioni finché tutto scorre in maniera davvero perfetta.
Ecco perché, nonostante il successo dello scorso anno,
mi sono convinto della necessità di non bruciare lo spettacolo nell’arco di una sola notte…
Con l’ingresso in scena di don Gezio, interpretato da uno straordinario Roberto Erlizka, lo spettacolo si arricchisce di un importante elemento narrativo. L’eterno conflitto tra bene e male, castigo divino e agire umano, può adesso esprimersi compiutamente attraverso la verità dei fatti, riletta e reinterpretata in chiave poetica e simbolica dai protagonisti della vicenda. Desideravo inoltre intervenire sulle coreografie e sui movimenti scenici, soprattutto durante le parti musicali. Quest’anno, il cast artistico acquisisce una figura di rilievo internazionale come Daniel Ezralow, uno degli esponenti più creativi e sensibili della danza moderna, un coreografo capace di far letteralmente parlare i corpi dei propri ballerini. Con Daniel abbiamo inventato nuove e inaspettate figurazioni che daranno un sapore magico ad uno spettacolo che si presenta come una delle più importanti e coinvolgenti realizzazioni teatrali della stagione…
Davide Rampello


| realizzato da panet.it |  | ©2008 Luca Masia |