MESSINA-PALERMO
Silvana Ed., 2004

Messina-Palermo, un sogno lungo quarant’anni è diventato realtà. Sembrava impossibile, eppure è vero. Da oggi, Messina è più vicina a Palermo; la Sicilia è più vicina all’Europa. Questo libro vuole celebrare, in maniera sobria ma appassionata, la realizzazione di quel sogno.

Il volume si apre infatti con le testimonianze di alcune autorevoli voci di Sicilia: tecnici direttamente coinvolti nella realizzazione dell’opera come l’ingegnere capo dei lavori Nino Bevilacqua, figure istituzionali e politiche come il presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro, il viceministro dell’Economia con delega per il Mezzogiorno Gianfranco Miccichè, il commissario straordinario del Consorzio per le Autostrade Siciliane Benedetto Dragotta, giornalisti come Pietro Calabrese, Antonio Calabrò, Nino Calarco, Giovanni Pepi e Mario Ciancio Sanfilippo. Le loro voci rappresentano quelle di tutti i siciliani, e introducono le immagini di Sandro Scalia, uno dei più attenti e sensibili osservatori di questa terra magica, da oggi non più solo cartolina di bellezze naturali, ma anche simbolo di efficienza, determinazione e professionalità.

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“L’Autostrada Messina-Palermo?
Quanti aggettivi le sono stati attribuiti: la incompiuta, la famosa, la famigerata.
Ha rappresentato per anni il simbolo dell’inaffidabilità del Mezzogiorno,
probabilmente, non si era mai pensato di completarla.
E’ assolutamente singolare che la prima pietra sia stata posta nel lontano 1969 e che solo oggi, nel 2004, l’opera sia stata ultimata. Attraverso questa infrastruttura è possibile leggere
una parte di storia che ha caratterizzato un processo lento, lentissimo,
di infrastrutturazione della Sicilia…
Il risultato è un vero e proprio esempio di tecnologia e innovazione applicata alle infrastrutture viarie,
con gallerie lunghe 3 Km, come la Piano Paradiso e la Tusa, e viadotti arditi
come il Tusa e il Pollina che, con luci anche superiori ad un chilometro,
superano le affascinanti valli attraversate…
Un’esperienza unica! Non c’è dubbio, la realizzazione di un’opera come questa
ti coinvolge profondamente e lascia un segno.”
Nino Bevilacqua

“Era l’ottobre del 1967, avevo 23 anni. Tempo di partenze: lasciavo Palermo per trasferirmi a Roma. Cominciava la vita nuova. Partivo in Cinquecento, la mitica Cinquecento bianca di quegli anni. Ne ricordo ancora la targa: 171390. Dentro la macchina avevo tutto: libri, vestiti, oggetti personali, sogni.
La vita intera, quella di prima.
Sono partito di mattina presto, ricordo benissimo le sciabolate di sole sull’arenile ad Acqua dei Corsari, l’ultimo panellaro lungo la strada, un cesto dorato con i primi tarocchi giganti annegati tra tutti i frutti colorati della nostra isola. Poi, dopo la curva, l’imbocco dell’autostrada. Con il cartello benedicente e pomposo: Autostrada Palermo-Messina. Si fa per dire, perchè l’autostrada miracolo-economico di quegli anni, la città di Messina se la sognava. Adesso è finita…
Io ancora non ci credo… Non ci sarà alcuna inaugurazione il 21 dicembre, quei trentasette chilometri mai finiti dai tempi della mia giovinezza me li ritroverò davanti di nuovo nell’estate del 2005, per il solito ritorno a casa. Comunque grazie lo stesso, per una mattinata ho sognato una favola…”
Pietro Calabrese

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“Mi chiamo Mike Sacco. Sono un regista americano, con lontane origini italiane.
Due settimane fa mi ha chiamato un produttore per realizzare uno spot pubblicitario su una nuova macchina.
– Bene, – ho detto io, – sai già dove andare a girare? In Toscana, immagino.
– No, voglio mostrarti un posto nuovo.
– Dove?
– In Sicilia. Un tratto magico che va da Palermo a Messina. Adesso c’è una nuova autostrada che collega queste due città: attraversa la Conca d’Oro, supera Cefalù, costeggia le Madonie e i Nebrodi, raggiunge Milazzo a da lì si affaccia sulle Eolie, poi doppia la punta orientale dell’isola e arriva a Messina, la porta della Sicilia.
Quelle parole mi hanno affascinato. Ho accettato il lavoro e fissato la data dei sopralluoghi. Però mi sono messo in viaggio con una settimana d’anticipo.
Ho deciso di attraversare da solo quel tratto di costa; voglio guardarlo con i miei occhi e filmarlo dal cruscotto della macchina come ha fatto Wim Wenders nelle prime sequenze di Lisbon Story. Voglio fermarmi spesso, sedermi sul ciglio della strada e guardarmi intorno, leggere cosa hanno scritto i grandi autori su questa terra e i suoi abitanti.
Nella borsa ho infilato i pochi volumi che avevo in casa: il “Viaggio in Italia” di Goethe, un’antologia di poesie siciliane e qualche racconto di Verga e Tomasi di Lampedusa.Altri libri li comprerò sul posto. Nel viaggio scriverò un diario che diventerà, forse, la sceneggiatura di un film.

Chilometro zero. Palermo e dintorni.
Sono appena atterrato a Punta Raisi. Ho noleggiato una macchina e mi sono messo subito in marcia verso Palermo, l’inizio del mio viaggio.
“Palermo, era tutta circondata da bastioni, e, ad ineguali distanze, da porte. Gli uni e le altre, come alcune piazze e vie principali, portavano, e portano ancora, nomi di Vicerè, che, poche eccezioni fatte, non vi spesero mai un quattrino del proprio.” (G. Pitrè)
Il mare scivola via alla mia sinistra leggermente increspato, con i riflessi di luce che rimbalzano allegri sull’acqua. Bella inquadratura. Mi viene voglia di tuffarmi, ma l’acqua dev’essere fredda. Un amico mi chiama dal Brasile, proprio mentre metto a fuoco con gli occhi la sagoma del Monte Pellegrino. Mi viene in mente il Pan di Zucchero.
“Sopra la città, il sole gettava tutti i suoi raggi, in modo che le ombre tenui delle facciate delle case ci stavano di fronte, rischiarate dal riflesso. A destra il Monte Pellegrino, con le sue forme graziose in piena luce, a sinistra la spiaggia adagiata via via coi suoi seni, le sue sporgenze, i suoi promontori.” (W. Goethe)
E’ dunque questa la spiaggia dei palermitani? Mondello, il lido più affascinante della belle Epoque? Adesso, in pieno inverno, è deserto e sembra lo stesso che frequentavano i Florio e i nobili che trascorrevano la villeggiatura ai piedi del Monte Pellegrino, protetti dalle reliquie di Santa Rosalia.
Lascio il mare e salgo verso Monreale, per guardare la città dall’alto.
“Magnifica via, fatta costruire dall’abate del monastero in tempi di grande abbondanza, larga, di comoda salita, con alberi a destra e a sinistra, ma soprattutto provvista di copiose fontane e getti d’acqua, con fregi e ornamenti.” (W. Goethe)
Arrivo a Palermo e giro senza meta tra il centro storico e i quartieri che si affacciano al mare. Poi mi siedo su una panchina e leggo un’altra frase di Goethe che dice che l’Italia, senza la Sicilia, non lascerebbe alcuna immagine nell’anima. Forse anche la Sicilia, senza Palermo, non lascerebbe la stessa immagine nell’anima. Dovrei imboccare l’autostrada e iniziare il mio viaggio. Però mi assale un senso di piacevole pigrizia, un certo godimento nel starmene qui a fare niente, in piazza Kalsa a leggere e mangiare di primo mattino un panino con lo sgombro…”

 

 


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