QUANDO LA MUSICA INCONTRO’ LE PAROLE
AUDIO CD
Un racconto di Luca Masia (L’aroma delle note)
Musiche di Faxtet
Voce narrante di Ferruccio Filipazzi
Mr Jeffrey Jazz, musicista americano, e Monsieur Sans Mots, scrittore francese, si cercano da tempo. Infine s’incontrano nella magia di un suk d’oriente. Là dove i sogni si confondono con la realtà, i due metteranno insieme le tessere di un mosaico affascinante: parole e note, e una tazza di caffé condivisa nella tenda di un venditore di tappeti. Ma la storia non finisce qui, anzi, è appena incominciata …
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L’aroma delle note.
Un corpo immenso. Un quintale abbondante, ben distribuito su un paio di metri d’altezza ricoperti di pelle nera. L’uomo scende dal treno e cammina senza fretta verso il posto di blocco. In spalla ha uno zainetto; in mano regge la custodia di una cornetta. Prende il passaporto e lo porge a un soldato siriano che lo guarda incuriosito. Sul documento c’è scritto: Jazz.
Mr. Jeffrey Jazz, New York City, musicista.
Il militare dà un’occhiata allo zainetto. Poi apre la custodia della cornetta; non vede nulla e la richiude.
– Tourisme? – chiede in francese.
– Tourisme, – risponde Jazz.
Fa caldo. Una mosca vola con insistenza accanto al viso del siriano. Jeffrey Jazz segue i movimenti irrequieti dell’animale. Coglie una serie di note lunghe e basse, suonate da un violoncello e da una viola. Cattura un elemento musicale interessante e lo annota tra i suoi pensieri. La mosca si ferma un istante, poi riparte nervosa. Una tromba esegue una serie di acrobatiche evoluzioni. Poi la mano del soldato scaccia l’insetto e la musica sfuma.
L’arabo è stanco, accaldato. Vorrebbe tornare a casa, bere del caffè sotto un albero di fico, parlare con un amico. Il ritorno improvviso della mosca lo costringe a concentrarsi sul passaporto di Mr. Jazz.
Al corso gli hanno insegnato che «gli americani pericolosi sembrano uomini d’affari e hanno sempre i documenti in ordine. Alcuni parlano addirittura in arabo…»
Mr. Jazz non sembra un americano pericoloso.
Richiude il documento e con un cenno del capo gli fa segno di andare.
– Welcome in Aleppo, – aggiunge con un sorriso.
– Sukran, – risponde Mr. Jazz.
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