7 ottobre 2014 - Le Brigasche transumanti.

Oggi siamo in Liguria. Il paese è Mendatica, il paesaggio quello delle Alpi Liguri. Le coordinate geografiche sono 44°4′ Nord e 7°47′ Est.

In realtà, oggi i “paesi, paesaggi” sono due: Mendatica e le Alpi Liguri, Bastia e la Piana di Albenga. È proprio a Bastia, un piccolo borgo sul fiume Centa, circondato di serre, fiori e ortaggi, che incontriamo Aldo, il protagonista della puntata.

Aldo è un pastore che si dedica all’allevamento della pecora Brigasca, la razza tipica delle Alpi Liguri, ormai a rischio di estinzione. Il suo gregge conta quasi mille capi e vive appunto a Bastia, in riva al mare, ma ogni anno – da giugno a ottobre – sale sui monti.

Aldo è infatti uno degli ultimi pastori che pratica la transumanza, rigorosamente a piedi.

Insieme a lui, iniziamo il viaggio. Davide attacca la salita sulle rive del Centa e dell’Arroscia, i piedi saldi sul terreno e la sedia in spalla. Massimo – il nostro regista – è del posto e conosce le curve giuste per celebrare il rito della transumanza.

Saliamo fino a Mendatica; altre due inquadrature e poi su, sempre più in alto, alla ricerca delle ultime pecore Brigasche. Raggiungiamo Monesi, una piccola stazione sciistica ormai in disarmo. Qui il bosco si dirada ai lati della strada e dopo poco si dirada anche la strada. Dopo i 1500 metri di quota procediamo sullo sterrato.

Nella notte deve aver piovuto selvaggiamente, perché il tratturo è un fiume di acqua e fango che risaliamo con i nostri precari mezzi di città. Aldo guida il gruppo a bordo del furgone e io lo seguo con la mia auto famigliare a debita distanza, con Davide seduto accanto a me che evita di guardare in basso. Soffre di vertigini.

Il paesaggio cattura lo sguardo, con densi banchi di nebbia che si muovono nervosi, spinti da un vento imprevedibile. Ci sono tratti di sentiero dove si procede al buio e momenti dove invece la vista spazia fin quasi al mare. Appena raggiungiamo il pascolo e scendiamo dalle macchine, Davide pronuncia la frase di rito: «La luce oggi è bellissima!»

Le pecore pascolano sul costone di fronte a noi. Aldo le chiama e a poco a poco il gregge si muove, accompagnato dai cani. All’inizio il movimento del branco è stentato, ma una volta che le pecore si mettono in moto sono inarrestabili. Scendono il pendio e raggiungono la piccola piana dove abbiamo deciso di effettuare le riprese. Davide cammina sbucando dalla nebbia, posa la sedia a terra e viene circondato dal gregge.
Ride ed esclama: «Ecco, qui mi sento come a casa!»

Questo scenario incontaminato, che il lupo è tornato a frequentare con assiduità, fa da sfondo alla storia di Aldo. Lui è nato pastore, figlio di un allevatore di pecore che dalla Sicilia è emigrato in Liguria dopo la guerra, portando il suo gregge in treno.
Da lui Aldo ha appreso l’arte dell’allevamento e della lavorazione del latte. Ma è andato oltre, salvando dall’estinzione la pecora tipica delle Alpi Liguri e continuando con ostinazione a praticare la transumanza a piedi.

Il risultato è straordinario, ma la fatica tanta, tantissima. Una fatica che potrebbe sembrare senza senso. Le normative gli impediscono di realizzare un alpeggio fisso in montagna, che offra un rifugio confortevole per i pastori e i turisti di passaggio e che possa essere utilizzato come centro di raccolta e prima lavorazione del latte. Invece, ogni giorno, Aldo è costretto a ripetere una sorta di transumanza inversa e solitaria, portando in macchina a Bastia il latte appena munto sul Monte Saccarello. Ogni giorno l’avventura di questa mattina, sulle pietre del sentiero, il fiume di fango, la nebbia che appare e scompare. Ma non è sempre così, talvolta è anche peggio!

Però Aldo tenacemente prosegue nella sua attività nomade. Lo premiano la qualità dei suoi prodotti e l’intensità della sua vita.

Giunti quasi al termine delle riprese, Davide prende un po’ di sale per familiarizzare ulteriormente con le Brigasche. Ormai lui e il gregge sono in confidenza: parlano la stessa lingua, il Brigasco, l’idioma storico di queste terre occitane che deriva dalla lingua d’Oc. Attirate dal sale e dalle parole di Davide, le pecore lo travolgono e quasi gli spostano la sedia. Quando alla fine si alza e s’incammina verso valle è «davvero tempo di andare!»

Le pecore lo seguono e i cani pure, abbaiando al gregge e al nuovo pastore. Davide sparisce nel bianco lattiginoso della nebbia, mentre Aldo interviene e con un paio di richiami raduna gli animali e li indirizza verso il pascolo del mattino.

La giornata è ancora lunga. Dobbiamo scendere a Bastia per registrare le scene di lavorazione del latte ed esplorare la cantina di affinamento dei formaggi. Ma prima è d’obbligo una sosta a San Bernardo, a 1247 metri di quota.

Pensiamo di pranzare con qualcosa di leggero, magari un piatto di salumi, del formaggio e un pezzo di pane casereccio bagnato nel vino. Invece ci attende la Cucina Bianca, cioè la cultura del luogo tradotta in cibo; una lingua che parla ai sensi, misto di Ligure e Italiano, Brigasco e Occitano, aria calda e umida di mare intrisa di correnti fredde di montagna. Tutto rigorosamente bianco, perché bianchi sono i farinacei, i latticini, le patate, i porri, l’aglio, le rape, la scorzonera e mille erbe selvatiche che crescono spontanee sui sentieri della transumanza.
Ci sediamo a tavola affamati, ci alziamo affaticati. Però felici, ed è già molto.

Siamo a Bastia nel mezzo del pomeriggio. Chiediamo ad Aldo di portare alcune pecore rimaste in valle sulle rive del Centa, per vedere dove vivono durante l’anno. Per me è un momento particolare, perché da ragazzino questo fiume è stato il mio campo giochi. Qui scappavo di casa e venivo a pescare i cavedani che la signorina Livia – l’anziana zitella vicina di casa – cucinava in carpione. Nelle pozze dove io pescavo, Aldo pascolava le pecore con il padre. Allora non ci conoscevamo, lui siciliano di Bastia, io milanese di Lusignano. Adesso però si è chiuso un cerchio. Quanti ricordi sulle rive del Centa, il fiume più piccolo d’Italia, appena tre chilometri da Bastia ad Albenga, dall’ovile di Aldo al mare della Gallinara.

I formaggi di pecora Brigasca sono eccellenti e meritano un’attenzione particolare. È il mestiere di Davide, queste cose lui le sa fare bene. Allestiamo un piccolo tavolo da degustazione nel fienile, mentre Aldo sceglie alcune forme. Prende una toma di Brigasca di un anno e un’altra di tre anni e mezzo, poi la Sora, il tipico formaggio di pecora delle Alpi Liguri e un vaso colmo di ricotta di Brigasca, gustosa e ricca di calcio.

Davide si perde in quel mondo di sapori, mentre il sole tramonta oltre la piana di Albenga, la Valle Arroscia, Mendatica, Monesi e il Monte Saccarello, dove il gregge di Aldo si quieta e riposa, in attesa di un nuovo giorno.
Bene, ora è tempo di andare, ci aspettano altri paesi e altri paesaggi.
Fate come il gregge di Aldo: venite a Mendatica, sulle Alpi Liguri, e poi scendete a Bastia, nella Piana di Albenga; ma non come turisti, mi raccomando, come ospiti!

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