27 giugno 2012 - Il Caravaggio rubato

Qualche giorno fa ho letto che Luca Scarlini ha scritto un libro su un Caravaggio (ed. Sellerio) rubato a Palermo, si dice dalla mafia. Il quadro era posto sopra l’altare dell’Oratorio di San Lorenzo. Non ho ancora letto il libro ma lo farò senz’altro, perchè parla di una storia che conosco bene e che mi è rimasta nel cuore. Nove anni fa, l’Oratorio di San Lorenzo era stato riaperto al pubblico dopo un lungo periodo di restauri. Una stanza piccola, rettangolare, di un bianco abbagliante. Il bianco degli stucchi di Giacomo Serpotta che letteralmente ricoprono le pareti della chiesa. Quell’anno, il Comune di Palermo aveva deciso di dedicare alla figura di Giacomo Serpotta tutte le manifestazioni natalizie. Mi chiesero di scrivere uno spettacolo che  facesse conoscere il maestro dello stucco al pubblico palermitano, trecento anni dopo la sua morte.

Abbiamo realizzato un monologo in cui Serpotta, in punto di morte, detta a un invisibile notaio il suo testamento. Era il pretesto narrativo per farlo parlare di sé, della sua arte, della sua vita. L’attore che lo interpretava era Mariano Rigillo (nella ripresa del 2004 sarebbe stato Ludovico Caldarera, nella foto) il teatro l’Oratorio di San Lorenzo. Tutto bianco, con un rettangolo di cemento vivo posto sopra l’altare. Lì c’era la Natività del Caravaggio. Una ferita grigia al centro di una parete bianca. Un pezzo di cemento, in mezzo agli stucchi del Serpotta.

 

 

 

 

 

 

 

 


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